DARSENA RAVENNA APPRODO COMUNE

Patti di collaborazione

il principale dispositivo giuridico per la gestione condivisa dei beni comuni

Cos’è un Patto di collaborazione  

Il Patto di collaborazione è un dispositivo giuridico attraverso il quale, grazie all’accordo tra cittadini attivi e un soggetto pubblico vengono definiti i termini della collaborazione per la cura di beni comuni materiali e immateriali . 

In particolare, il Patto individua: 

  • i beni comuni, 
  • gli obiettivi del Patto, 
  • l’interesse generale da tutelare, 
  • le capacità, le competenze e le risorse dei sottoscrittori (quindi anche dei soggetti pubblici), 
  • la durata del Patto 
  • le responsabilità dei soggetti coinvolti.

Una delle principali peculiarità del Patto di collaborazione sta nella sua capacità di coinvolgere soggetti, anche singoli, compresi anche quelli considerati generalmente distanti dalle tradizionali reti associative, interessati principalmente alle azioni di cura di un bene comune.

L’alto tasso di informalità, che può ricomprendere anche gruppi informali, comitati, abitanti di un quartiere uniti solo dall’interesse nel promuovere la cura di un bene comune specifico, è la principale caratteristica che rende questo strumento diverso e unico nel suo genere rispetto ad altri strumenti più noti a cui si affidano normalmente le pubbliche amministrazioni (affidamenti, concessioni, adozioni e simili).

I soggetti istituzionali chiamati a sottoscrivere un Patto di collaborazione possono essere più di uno a seconda dell’oggetto del Patto, della proprietà del bene comune, delle azioni di cura previste, delle forme di sostegno, dell’interesse generale individuato.

Le forme di sostegno da parte delle pubbliche amministrazioni possono essere le più varie, non necessariamente di natura economica.

I Patti di collaborazione sono il principale strumento per l’attuazione dell’Amministrazione condivisa dei beni comuni attraverso il Regolamento promosso da Labsus. Ne deriva che non si possono stipulare veri e propri Patti di collaborazione se il Comune non ha adottato il suddetto Regolamento.

Un Patto di collaborazione racconta la storia delle persone che lo sottoscrivono. Conoscere e far conoscere quelle storie contribuisce a trasmettere il senso più profondo di un determinato Patto.

Anche la sua replicabilità in un altro territorio, in relazione ad una stessa tipologia di bene comune, può essere favorita se si conoscono le persone e la loro storia che rendono il Patto non un semplice atto burocratico, ma l’espressione di una relazione di condivisione.  

 

Come funzionano i Patti a Ravenna

Sul sito web del Comune di Ravenna è possibile trovare un elenco dei 18 patti di collaborazione che sono stati stipulati a partire dal 2016 (con il Patto di collaborazione per la rigenerazione, realizzazione e valorizzazione dell’area “Museo Pesa” di Classe), dopo l’approvazione del Regolamento, avvenuta il 16 luglio 2015. I Patti stipulati con il Comune di Ravenna stanno, per così dire, sotto l'ombrello di CittAttiva – Centro di cittadinanza attiva del Comune di Ravenna.  

Ognuno dei circa 260 Comuni in Italia che hanno adottato il Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, infatti, si è organizzato per poter stimolare, accogliere, ricevere, valutare le proposte di cura avanzate dai cittadini attivi. Poi, in caso positivo - ovvero di chiaro interesse generale – gli uffici municipali si attivano nel processo di co-gestione dei beni comuni individuati.

Dal 2015 il Comune di Ravenna ha scelto una forma ibrida particolarmente interessante, in cui una cooperativa sociale (Villaggio globale) fa da braccio destro, per così dire, dell’Assessorato alla Partecipazione e degli uffici tecnici di riferimento. 

Una particolarità del Comune di Ravenna rispetto ad altri contesti locali italiani è il fatto che il quartiere Farini viene individuato come area pilota di azioni di cura e animazione. La galleria fotografica è eloquente. Come è ovvio, una volta adottato il Regolamento per l’amministrazione condivisa dei beni comuni da parte del Comune di Ravenna, le proposte possono arrivare da tutto il territorio comunale.

 

Per informazioni

Sul sito web del Comune, nella pagina dedicata a CittAttiva, è possibile avere informazioni su dove ("la sede"), sul chi e sul quando (“i gruppi e le associazioni amiche” con relativi orari delle rispettive attività), sul come e sul cosa (“i patti per i beni comuni”).

Chiunque abbia idee su come contribuire alla cura dei beni comuni digitali, materiali e immateriali di Ravenna, può contattare:

Andrea Caccìa

Tel: 342 9080614

e-mail: cittattiva@comune.ra.it

Barbara Domenichini

Tel: 0544 482194 

e-mailbdomenichini@comune.ra.it

 

Per approfondire

Sul sito del Laboratorio per la Sussidiarietà abbiamo parlato del processo di partecipazione in corso da anni a Ravenna attraverso questi articoli:

Baciagalupi M. e Agrizzi A. / 21 luglio 2020

Il fundraising per i Patti di collaborazione. La partecipazione civica per la rigenerazione” 

Falchetti C. / 28 maggio 2019

Dal singolo alla collettività: a Ravenna, per esempio. L'amministrazione condivisa come punto di forza di una strategia generativa: il patto di Gullinsieme

Lucidi G. / 7 gennaio 2019

La Casa delle Donne di Ravenna: contro i muri della discriminazione. Cultura di genere e non discriminazione: un patto al femminile

D’Andrea S. / 30 gennaio 2017

Ravenna: Villaggio Globale promuove il Regolamento sui beni comuni” 

Piraino M. / 20 ottobre 2015

Il Regolamento per i beni comuni anche a Ravenna” 

 

Guarda le video storie dedicate ai Beni Comuni realizzate per il progetto DARE!

 

Beni Comuni#1 - Un'introduzione

Beni Comuni#2 - I Patti di collaborazione a Ravenna

Beni Comuni#3 - Il bene comune digitale

 

Guarda cosa sta succedendo in Europa...

 

Beni Comuni digitali. I casi francesi